Questa volta la tecnologia combinata drone – magnetometro è stata utilizzata non per l’indagine sulla presenza nel sottosuolo di ordigni bellici inesplosi, ma per uno scopo diverso, di tipo archeologico. L’indagine, infatti, ha avuto luogo su un sito oggetto di scavi archeologici, ove sono già stati individuate aree con presenza di reperti antichi.
L’indagine magnetometrica con drone si è aggiunta ad una serie di indagini strumentali già condotte con altri sistemi e modalità, al fine di arricchire la mole di informazioni già acquisite e supportare correttamente le scelte da fare per il proseguimento dei lavori.
Il grande caldo di questi giorni ha costretto la squadra ad iniziare il lavoro prima dell’alba, per preservare le batterie LiPo da sicuri surriscaldamenti.
Grazie alla versatilità della metodica messa a punto nel corso degli ultimi anni, l’intera area oggetto di studio è stata rilevata in poche ore, e prima che le temperature salissero pericolosamente, il lavoro è stato portato a termina, sebbene l’area fosse abbastanza estesa e con una orografia non perfettamente regolare.
La presenza sul campo di un elettrodotto di alcune zone con vegetazione alta ha lievemente rallentato la progressione del lavoro, ma l’utilizzo di tecnologie evolute e l’esecuzione di voli “manuali” ha consentito di risolvere la situazione brillantemente.