Prima di diventare una pista ciclabile quello in questione era un tracciato ferroviario, oggi abbandonato.
Per ridare vita ad un’opera in abbandono è stato predisposto un progetto di conversione del tracciato in pista ciclo-pedonale, con marciapiedi e rampe di accesso.
Inoltre, con l’occasione si è prevista la posa in opera di sottoservizi (cavi elettrici, fibra ottica e tubazioni).
Tutto ciò richiedeva degli scavi lungo il tragitto, seppure di lieve profondità, e quindi è scattato l’obbligo di valutazione del rischio per la presenza nel sottosuolo di ordigni bellici inesplosi.
Dopo aver svolto una attività di raccolta di informazioni disponibili circa l’area in oggetto, il committente, al fine di supportare la propria valutazione dei rischi, ha deciso di affiancare a tale attività una indagine strumentale.
L’eterogeneità dell’area di cantiere e la sua lunghezza (circa 6 km) hanno suggerito l’adozione del metodo innovativo con drone, che garantiva la copertura di tutte le aree, anche quelle difficilmente praticabili, in tempi brevi.
In effetti, l’indagine è stata relativamente veloce, e già a fine mattina tutta l’area è stata coperta, senza problemi e senza rischi.
A seguito della elaborazione dei dati, sono stati prodotti dei diagrammi delle anomalie per ogni tratto del percorso.
Nei giorni immediatamente successivi è stata fornita al committente una dettagliata relazione tecnica, contenente i diagrammi delle anomalie georeferenziati, sovrapposti precisamente alla planimetria di cantiere e le relative deduzioni.
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